Tour Lotta al piccolo rifiuto – 3ª tappa: Scanzano Jonico (MT)

Scanzano Jonico (MT) 28-29-30 marzo 2019

I.C. “Fabrizio De André”

Mercoledì 27 marzo

Dopo un periodo passato in altri lidi, la Banda ritrova Maxus in quel di Bari, o meglio, Vegas e Akisum con il buon furgone, direzione una casetta a metà strada tra la scuola Fabrizio De André e la spiaggia, a Scanzano Jonico, nel litorale lucano.

Arrivano a in tarda serata, MikiMak è già crollato nel letto, Hilto lo segue dopo aver aperto e fatto le dovute chiacchiere da ritrovo bandesco.

Quello che ci ha già sorpreso è il tempo, freddino ma soprattutto pioggia fine e fitta; questo ovviamente cambia tutto il programma, con qualche leggera modifica condivisa con la scuola, domani dentro e dopo domani, ovvero venerdì, si fa la doppia come i fornai, in spiaggia al mattino e a scuola il pomeriggio.

Giovedì 28 marzo

La scuola De Andrè sembra datata anni 70/80, formata da tre edifici; il primo lo si incontra entrando, ed è l’unico rapporto stretto con quell’ammasso di calcestruzzo, il secondo è la palestra frontale al terzo, la sede, che si presenta all’entrata con un ampio atrio, che troviamo già pieno di piccoli, inconsapevoli e futuri sorrisi riciclanti, il tutto colorato da un rosa decisamente anomalo. Scopriremo che il buongiorno si davvero la mattina, questo primo impatto sarà solo l’inizio di una piacevole scoperta continua di una bella realtà scolastica. Gruppo docente, collaborazione scolastica e dirigente fusi in un’armonia anch’essa anomala, si percepisce all’istante un ambiente sereno, gentile, sorridente e pure entusiasta del progetto. E la piccola umanità cresce sotto questa chioccia di empatia umana e professionale, e si vede dalle piccole facce sorridenti che ci guardano come tutti all’inizio, curiosità e stupore, insieme ad un sano dubbio di fronte a questi strani personaggi.

La mattinata vola tra la nostra presentazione e il primo esperimento sociale di Maxus, portare la pioggia dentro la scuola. Nonostante la presenza della telecamera del Tg Regione che, inevitabilmente, apre varchi temporali nell’attenzione fanciullesca, la pioggia arriva e si fa sentire nella sua essenza bagnata.

Nonostante le leccornie offerte dal personale scolastico, necessitiamo di staccare e lo facciamo sotto la grande tv nella sala da pranzo di un ristorante-bar-tabacchi e pure hotel, collegato ad un distributore di carburante, una sorta di caravan serraglio sulla via del rifiuto riciclato.

Siamo cotti, a tal punto che non ci accorgiamo dei titoli del TgR, fino a quando sentiamo Banda Riciclante e ci vediamo per un attimo, un paio di orette prima erano a riprendere e ora c’è già pronto il servizio, in coda al notiziario. L’umanità al ristorante percepisce qualcosa di strano nel tavolo di quei strani e stranieri, in tuta da meccanici.

Appena parte il servizio, la sala si ferma, qualche commento di sottofondo in cerca di una conferma “Ma sono loro?”, e poi le congratulazioni, che al sud hanno sempre un sapore intenso, frutto di una maestria d’arte della conoscenza reciproca. E con questo ulteriore carico inaspettato, torniamo a scuola.

Pomeriggio di laboratori circolari tra film e teatro fino alla campanella che presagisce prima “La grande fuga” e poi “Il deserto dei tartari”.

Preparazione e sistemazione del materiale per domani e per sabato, una veloce riunione e usciamo dalla scuola in chiusura, direzione UniTre (Università delle Tre età) Jonica. E’ nella piazza principale, in un paio di locali ristrutturati e arredati da loro, ci accoglie un’allegra combriccola femminile, coerentemente rappresentata da tre generazioni; è un’associazione sopravvissuta negli anni, si percepisce una cotica culturale resistente nel tempo e nelle avversità, organizzano corsi, laboratori, eventi culturali, prosa, poesia e musica oltre ai manufatti, con materiale di scarto o di riuso. Su tutte, la signora più vissuta, che regala emozioni, affetto e perle senza fine. Ci organizziamo per un nostro passaggio sabato mattina e ci salutiamo. Un attimo “veloce” a casa, giusto il tempo per la doccia emozionale con vista cascata dello specchio, e fuori di nuovo, cena di pesce in una locanda locale accogliente, pesce buono come sempre e, come sempre, decisamente abbondante. La satollanza ci colpisce, è tempo di riposare.

Venerdì 29 marzo

La sveglia fa il suo dovere troppo presto, no, non lei, lei è stata precisa come un orologio svizzero, siamo noi la variante. Akisum e MikiMak escono per primi, il resto arriva dopo un’oretta.

La spiaggia è larghissima e deserta, il mare è mosso e si fa sentire e noi siamo pronti. Mancano solo i protagonisti, che anche loro puntuali arrivano con i loro due bus. Si inizia, con MikiMak trascinatore, coadiuvato dall’instancabile Akisum, che portano alla raccolta di cinque grossi sacchi di immondizia (tra cui il ciappo perso il giorno prima, una sedia-sdraio rotta, un grande parabordo cilindrico sgonfio, una marea di plastica di ogni genere, una ciabatta e una ruota da macchina, cerchione compreso!) e alla creazione di due quadri di gesso che immortalano i rifiuti umani lasciati nell’ambiente, a ricordo delle nostre tre giornate insieme, ma soprattutto al ricordo per chi passa dalla scuola, a memoria di cosa non si deve più essere, ovvero esseri inquinatori.

Salutiamo i ragazzi e dopo una veloce pausa pranzo, ci rivediamo nel pomeriggio per i laboratori: musica con Akisum, tritatura, fusione e nuove creazioni con la plastica con MikiMak (ormai i suoi ciondoli sono richiestissimi da maestre e bidelle) e riciclo e riutilizzo creativo con Vegas e Hilto, con Maxus addetto ai trasferimenti continui dei piccoli gruppi da un lab all’altro. Poi la campanella, come per magia,  volatilizza, all’istante, la materia in crescita.

Riordino e sistemazione locali e materiali, poi la Banda si divide. Maxus parte con Akisum per accompagnarlo a Bari, ritornerà tra meno di una settimana a Salerno. Maxus ritrova la Banda al solito posto, solita buona cena e poi a letto ancor prima di ieri, la stanchezza si fa sentire e domani è il giorno della Parata.

Sabato 30 marzo

Li troviamo già al completo e pure vestiti, in pieno fermento e in largo anticipo sulla tabella, la molla è carica, molto bene. Ora mancano solo tre cose: distribuzione capellini, indossamento dei panni del superpotere del riciclo e  infine distribuzione degli strumenti riciclati.

Ci siamo.

Hilto, capobanda a cavallo di Riciò, il nostro fido Ronzinante, parte sotto l’occhio vigile e urbano che si prenderà cura di noi dall’inizio alla fine, grazie!

Scanzano risulta essere anche perfetta per questa ondaanomala RiciPunk, con due belle strade larghe e poco trafficate, due belle piazze laterali e quella grande centrale in piena zona pedonale. Le persone incontrate ci hanno regalato curiosità, sorrisi e piena disponibilità; su tutte ne citiamo due, ovvero una bellissima coppia incontrata all’angolo con la piazza, anticipata dalla forte esclamazione di un giovane riciclante “C’è Babbo Natale!”: un signore con capelli lunghi, barba lunga e il tutto di un bellissimo bianco; a differenza del giovine riciclante a me sovviene Gandalf e, accanto a lui, un’altrettanta sorridente signora, anch’ella dalla chioma candida, coppia perfetta per accoglierci nella piazza dove troviamo UniTre Jonica al gran completo con tre grandi tavoli espositori della loro manufarte. Discorso, chiacchiere, giro dimostrativo, foto di gruppo, abbracci e saluti sull’Hip Hop della Banda con RiciGiampaolo a dare il ritmo, the Parata must go on!

Attraversata la piazza, il sorridente sguardo vigile ci spiana per l’ultima volta la strada e ci saluta.

Siamo tornati scuola.

La parata termina con un bel applauso a tutti noi, piccoli e grandi, e la consegna della spilletta, ora è ufficiale, sono della Banda.

E’ tempo di salutarci e il miglior saluto è la loro meno istantanea fuga dalla scuola. Buon cammino riciclante!

Ora la popolazione è solo adulta, un po’ di saluti, un po’ di carico e una sorpresa finale, l’arrivo di una piccola rappresentanza di UniTre con dei doni per noi, grazie! Altri saluti e abbracci.

Ultimi carichi e tutto è pronto, ultimi saluti, ultima foto con il gentile bidello della palestra, assente in quella di gruppo, si parte.

Grazie Scuola De André, grazie davvero di tutto e ancora una volta, buon cammino riciclante!!!

Rientriamo al covo, carichiamo le ultime cose, un saluto al gentile oste e si parte per Salerno.

Appena usciti dal paese prendiamo subito la Strada Statale 653 che ci accompagnerà lungo la Val D’agri. Il mare alle nostre spalle, sulla sinistra scorgiamo in lontananza le cime innevate del Pollino, per poi entrare nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri – Lagonegrese, che ci regala l’ultimo tramonto lucano sul lago del Pertusillo dalla omonima Diga.

L’oscurità arriva insieme all’autostrada che ci fa arrivare a Salerno verso le 20.30, che forse non sarebbe di per sé un orario malvagio, ma è sabato, il che vuol dire Traffico!

Tra trovare, fermare il furgone, scaricare e parcheggiare passa meno tempo di quanto temuto, il nuovo covo, è un gioiellino in mezzo a palazzi, come dice MikiMak, ci sentiamo protagonisti di una vignetta di Mordillo.

Ma il covo è tattico per tanti motivi, come avere tre scelte interessanti nei paraggi per la cena, la giornata intensa sceglie quello più vicino, 20 metri, scarsi.

Sono le 22, il cameriere è un ennesimo portatore sano di vita parallela artistica, ci coccola e questo ci fa bene. Se poi ci mettete pure un piano bar per le due danze finali dove spendere le ultime energie, il risultato è assicurato.

La cottura ci spegne, scelta ottima, in un attimo siamo a letto.

Domenica 31 marzo

Sveglia presto, oggi è tempo di saluti; MikiMak e Vegas rimangono, prepareranno il tutto per la Scuola Gennaro Barra, tra qualche giorno verranno raggiunti dalla banda, tra cui Maxus che oggi si metterà in viaggio (giusto il tempo di una toccata e fuga in una scuola minore) con Hilto che ritroverà la Banda nella sua Cerveteri.

Buona lotta al piccolo rifiuto!

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